Quest’inverno ho avuto l’occasione e la soddisfazione di piallare via windows dal portatile di una mia amica, che dopo un paio di settimane di rodaggio ha deciso di saltare sulla barca di Linux.

Finchè è durato il freddo è stato tutto ok, ma con i primi caldi il suo PC, un Acer Aspire 5720, ha cominciato a spegnersi improvvisamente senza preavviso alcuno.
Lì per lì ho pensato ad un intasamento della ventola di raffreddamento, ma non si trattava di questo.
In realtà il problema era legato al software: in alcuni laptop Acer, presumibilmente quelli usciti con a bordo Vista, il controllo della ventola di raffreddamento è sottratto ad ACPI ed affidato ad un software chiamato ePower,  che gira appunto sotto Vista.
Con qualunque altro sistema operativo, la ventolina non gira.

Fortunatamente Acer ha fatto marcia indietro e sui nuovi PC la ventola è nuovamente affidata ad ACPI, ed anche sui vecchi PC è possibile recuperare il comportamento normale aggiornando il BIOS.

L’aggiornamento del BIOS l’ho fatto tramite una chiavetta USB con sopra FreeDOS, creata con l’immagine disponibile in questo blogpost, e questa è una pratica che dovrebbe seguire anche chi ha a disposizione windows: data la tendenza di quest’ultimo ad inchiopparsi, non mi fiderei per niente ad usarlo per aggiornare il BIOS, col rischio di trasformare il PC in un fermaporte.
I file di aggiornamento del bios in formato MS-DOS per i calcolatori Acer si possono trovare sul loro server ftp.

Una volta aggiornato il BIOS si è reso necessario provare l’efficacia dell’aggiornamento, in parole povere tentare di surriscaldare il processore fino a far saltare l’automatico.
Dopo aver provato a mandare in play contemporaneamente tre video in HD da YouTube, avevo bisogno di qualcosa di più stressante e meno invasivo, e con una veloce ricerca in rete ho scoperto un’applicazione per Linux atta proprio a questo: cpuburn!
Trattasi di un programma che ha come unico scopo quello di caricare al massimo la CPU, facendola surriscaldare; comprende vari comandi, ognuno ottimizzato per un tipo di CPU, il più adatto al mio caso era burnP6.

Per essere ancora più cattivissimo, ho messo il laptop sopra ad una coperta, in modo che le prese d’aria fossero ostruite, e con due istanze accese di cpuburn (una per core), la temperatura del processore è arrivata fino ad 84°C, ma la ventola ha fatto il suo dovere ed il pc non si è spento, YAY!