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Sto costruendo un Sint Wind PI per il club Volo Libero Diecimo, oggi ho collegato i sensori per il vento ed ho piazzato il tutto in giardino per testarlo:

Il Sint Wind PI è una stazione anemometrica basata sul Raspberry PI e sviluppata da Tonino Tarsi, offre innumerevoli possibilità tra cui la connessione a webcam e macchine fotografiche, l’uso di svariati tipi di sensori (commerciali o autocostruiti, quelli nella foto sono degli economici PCE), l’upload dei dati su un server. Sul sito linkato sopra la documentazione è esaustiva.

Noi per ora ci accontentiamo del semplice risponditore telefonico che fornisce i dati in tempo reale, per il resto si vedrà.

 

 

Qualche giorno fa mi sono accorto che la ricetrasmittente Midland G7 che uso per il volo (una delle più diffuse radio “da cacciatori”) si era letteralmente fusa in corrispondenza della parte bassa del vano batterie, sicuramente in seguito ad un corto circuito.
Dopo essere riuscito ad aprire il guscio di plastica, ho potuto ricondurre la causa del corto circuito al danneggiamento di un isolamento tra uno dei ponticelli della serie delle batterie e la scheda della radio.
I ponticelli in questione sono protetti dal contatto accidentale con la piastra da alcuni pezzettini di nastro isolante, come evidenziato nella foto sottostante.
Può succedere che col tempo, le vibrazioni e le dialtazioni termiche, il metallo del ponticello riesca a tagliare il nastro isolante e si faccia strada fino a toccare la piastra.

IMG_20130213_224201

Il problema si presenta solo utilizzando quattro batterie AA, dato che con il pacco batterie da sei AAA fornito insieme alla radio, i ponticelli rimangono inattivi.

Non sono sicuro che il problema si possa presentare su tutte le radio di questo tipo, ad esempio l’altra ricetrasmittente acquistata in coppia con la mia (quella in foto) aveva un isolamento leggermente più spesso, ma il mio consiglio è quello di controllare e rinforzare comunque l’isolamento aggiungendoci uno strato ulteriore di nastro isolante, male di sicuro non fa.

 

 

CM201-big

La chiavetta fornita da CoopVoce è una ONDA CM201 e funziona discretamente sotto Linux, tranne che per qualche piccolo dettaglio.
In particolare, la chiavetta non viene “convertita” alla prima da usb-modeswitch, viene montata come dispositivo di archiviazione di massa; è necessario cliccare col destro sull’icona e selezionare “espelli” dal menu, a questo punto viene nuovamente riconosciuta nella triplice veste di modem 3G, archiviazione di massa e interfaccia ethernet.

Per ovviare a questo inconveniente, ho pensato di disattivare la funzione di memoria di massa e lasciare permanentemente la chiavetta nella modalità “modem”, utilizzando alcuni comandi seriali tramite minicom.

Innanzi tutto minicom va configurato per dialogare correttamente con la chiavetta, nel mio caso va puntato alla porta /dev/ttyACM0,  11520 baud, 8 bit, nessuna parità, 1 bit di stop e nessun controllo di flusso.
Nel terminale di mincom ho usato i seguenti comandi:

ATI - ottiene informazioni dal device, ci dà la conferma che stiamo comunicando
ATE - abilita l'echo dei comandi, così possiamo vedere quello che scriviamo
AT%USBMODEM=0 - disabilita l'archiviazione di massa, a 1 torna normale

Mentre i primi due comandi sono standard, l’ultimo comando è specifico per le chiavette ONDA e non sono nemmeno sicuro che funzioni con tutti i modelli; altri produttori hanno comandi diversi, per conoscerli consiglio di chiedere a Google 😉

Una fatto questo, la chiavetta viene riconosciuta solo come interfaccia di rete e modem 3G. Il modem viene gestito regolarmente da network manager, mentre l’interfaccia di rete è inutile e non funziona, la si può tranquillamente ignorare.

Ovviament eper me ignorarla non è un’opzione, quindi ho fatto in modo di eliminarla, agendo questa volta non sulla chiavetta ma sul PC: è sufficiente inserire il modulo cdc_ether in una blacklist in /etc/modprobe.d e dal prossimo riavvio la finta interfaccia ethernet è sparita 😉

 

X310E_bigPer far funzionare la chiavetta internet Alcatel fornita da Wind è sufficiente caricare il modulo del kernel option, una volta caricato la chiavetta verrà riconosciuta e gestita dal Network Manager.

Per far sì che il modulo venga caricato automaticamente ad ogni avvio, basta aggiungerlo in coda al file /etc/modules

Dopo l’avventura della scorsa settimana, ho deciso di dotarmi di un dispositivo indispensabile per i voli di cross country o comunque tutte quelle situazioni in cui la batteria del cellulare può avere un ruolo critico nella sopravvivenza: un caricabatteria a manovella!

Per la modica cifra di 6€ spedizione compresa mi aspettavo una cosa molto più schifosetta, invece sono rimasto positivamente sorpreso. Non è certo una cosa indistruttibile fatta per durare nei secoli, è comunque un plasticone e la manovella non ha l’aria molto robusta, ma ha l’aria di essere stato fatto con criterio.

L’ho collegato al telefono e, girando la manovella, appare l’icona di carica, però devo ancora verificare quanto carichi effettivamente, sto aspettando di arrivare in fondo alla batteria; appena faccio la prova aggiorno l’articolo.

UPDATE: niente da fare, col telefono scarico al 3%, anche girando la manovella al limite della sua sopportazione meccanica, non si riesce a caricare sensibilmente la batteria. Peccato, esperimento fallito. 😦

Oggi ho finalmente provato a mettere in pratica quello che sono andato a rubare con gli occhi qualche tempo fa.

Il risultato, seppure lungi dall’essere perfetto, mi sembra comunque più che accettabile:

Adesso aspetto di farla vedere ad Armando per farmi dare il voto 🙂

 

Edit: ho avuto l’approvazione ufficiale e l’incoraggiamento da Armando 🙂

Nei giorni scorsi ho installato una distribuzione Linux sl PC dell’Associazione Anziani di Calenzano  utilizzato da mio padre per tenere l’amministrazione.
L’ufficio dell’A.A. è attrezzato con una stampante di rete OKI C3600, per la quale OKI fornisce per Linux un file PPD che, ad una prima occhiata, sembra funzionare correttamente.

Il problema è venuto fuori quando abbiamo provato a stampare un documento contenente una tabella (un foglio di calcolo o anche un pdf del foglio di calcolo): la stampante invariabilmente cominciava a far lampeggiare un led arancione e sul display diceva “002: fatal error”, invitando a spegnerla e riaccenderla.
Dopo un paio di email scambiate con il centro di assistenza OKI Italia (che mi ha sorpreso per solerzia e celerità) sono riuscito a convincere la C3600 a stamparmi qualsiasi tipo di documento utilizzando il driver generico PostScript Level 1

Adesso il mi’ babbo potrà finalmente usare il suo sistema operativo preferito anche in ufficio 🙂

Mi sono fatto portare dagli Stati Uniti una confezione di batterie ricaricabili al Nickel-Zinco, marca Powergenix, esattamente questo kit qua, e da qualche settimana le sto utilizzando sul mio Garmin eTrex.
Rispetto alle ricaricabili tradizionali (Ni-MH), le NiZn sono molto più leggere, non hanno effetto memoria ma soprattutto hanno una tensione nominale più alta, 1,6V contro 1,2V, che permette di spremerle fino in fondo anche ai dispositivi elettronici fatti per funzionare con le normali pile usa e getta.

Nonostante le 2400 mAh delle batterie Ni-MH che utilizzavo, dopo due o tre ore di funzionamento il GPS cominciava già a segnalare la carica bassa, mentre le NiZn, di capacità inferiore (circa 1600 mAh) sono arrivate già ampiamente oltre le dieci ore ed ancora non hanno dato segni di cedimento.

Purtroppo ancora in Europa non si trova quasi nulla sul mercato di questo nuovo (vecchissimo) tipo di batterie, e farsele spedire da oltreoceano costa troppo, ma se avete occasione di farvele portare, consiglio vivamente di farlo. Il kit di cui sopra mi è costato meno di 15€.

Ho scritto alla Digifly per sapere se il mio variometro (Flyer 2) potesse sopportare la leggera sovratensione e mi hanno risposto che regge tranquillamente fino a 3V di alimentazione, quindi appena finirò la batteria usa e getta che c’è dentro, sostituirò anche quella con una NiZn.

 

Se vi dovesse capitare che la vostra collaudatissima configurazione di Pulseaudio, che da anni funziona senza problemi*, smistando secondo i vostri gusti i suoni prodotti dalle vostre applicazioni tra le due schede audio fisiche ed il dispositivo virtuale che le utilizza entrambe contemporaneamente, permettendovi di far uscire la musica riprodotta da MPD anche dalle casse del vecchio impianto stereo in salotto, controllando MPD dallo smartphone e sorprendendo i vostri amici, se vi dovesse capitare, dicevo, che tutto ad un tratto Pulseaudio cominci a dare i numeri, la musica cominci ad andare avanti veloce ed a saltare rapidamente al brano successivo, poi a quello successivo, e a quello dopo ancora, ed i comandi che date dai vari player non sembrino avere effetto se non dopo un bel po’ di secondi, ecco: provate a controllare che la nuova scheda video che avete messo nel PC non nasconda al suo interno un dispositivo audio HDMI…

Nel mio caso è bastato disabilitarlo dalle “preferenze audio” per tornare alla normalità. La mia ipotesi è che il dispositivo HDMI pretendesse il flusso audio campionato a 48000 Hz, mentre le altre due a 44100 Hz, e questo facesse andare in palla il buffer del dispositivo di output simultaneo su tutte le schede.

Sapevatelo.

* si, pulseaudio può anche non dare problemi, e personalmente mi piace parecchio.

Il successo avuto dall’installazione dell’altro giorno, sul Mini Compaq, ha fatto drizzare le antenne ad un altro collega, che mi ha portato il suo Mini, stavolta della HP.
A grandi linee sembrerebbe circa la stessa macchina (dopo tutto Compaq è ormai solo un marchio di HP), ma la scheda wi-fi mi ha fatto tribolare un po’.
Trattasi di una Broadcom 4313, questo il risultato di lspci:
02:00.0 Network controller [0280]: Broadcom Corporation BCM4313 802.11b/g/n Wireless LAN Controller [14e4:4727] (rev 01)
Subsystem: Hewlett-Packard Company Device [103c:145c]
Kernel driver in use: wl
Kernel modules: wl, bcma, brcmsmac

In sostanza succedeva questo: con il live cd, ed anche al primo avvio dopo l’installazione, la scheda si connetteva regolarmente ed anche abbastanza velocemente, ma ai successivi riavvii non ne voleva più sapere, rendendo irresponsivo network-manager e a volte anche tutto il sistema.
Dopo un po’ di ricerche sul web sono riuscito a risalire al problema, che stanella scarsa compatibilità coi moduli dei driver liberi; inserendo tali moduli in una blacklist, la scheda funziona (coi driver proprietari) al 100% e non dà più problemi.
È probabile che nella prossima release sarà possibile usare direttamente i driver liberi.

Il file di blacklist che ho creato è /etc/modprobe.d/blaclist-b43.conf  ed al suo interno ho messo queste tre righe:

blacklist brcmsmac
blacklist brcmfmac
blacklist bcma

Anche questo netbook, come il Compaq, mi ha fatto un’impressione positiva. Per di più questo ha i tasti del touchpad sotto e non di lato, quindi ha un difetto in meno 🙂