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Dato che sono stato invitato alla festa per la prima comunione di uno dei miei nipotini, non posso certo esimermi dal fargli un regalino; stavo pensando ad un dizionario di inglese ed una copia di questo video di Tim Minchin:

Attenzione: può risultare piacevolmente offensivo per certe categorie di persone 😀

Il testo non è tra i più facili da seguire a orecchio, ce n’è una trascrizione in questo blog.

Approfittando della discutibile mossa di Last.fm di rendere l’ascolto della loro radio soggetto a pagamento, sono finalmente riuscito a convincere i Granprogetto a darmi la versione definitiva del loro album, Granprogetto 1, per caricarlo su Jamendo.com.

Contemporaneamente è online anche il loro nuovo bellissimo video della canzone Roy Scheider:

Oggi mi è arrivato lo Xaphoon comprato su ebay! Ora bisogna imparare a suonarlo…

Ed ecco che, dopo i Radiohead ed i Nine Inch Nails, anche gli italiani Granprogetto decidono di tentare la stada del Creative Commons e rilasciare la loro musica gratuitamente sul web, dribblando abilmete il dinosauro che è la SIAE!

Come chi sono i Granprogetto? È il più gran gruppo di Calenzano, Legri e dintorni (vabbè, il batterista è di fuori… ma d’altronde anche gli altri, in senso lato)!

Per ora non c’è un album completo online, mancano ancora un paio di brani, ma quello che c’è si può già ascoltare su last.fm; appena avrò anche le ultime due tracce mixate ammodo, tutto l’album sarà disponibile qui su Jamendo.

Ma un esordio non è un esordio se non si parte subito anche con un video, quindi eccone uno prontamente realizzato (in realtà più di un anno fa) dalla mia fidanzata Cristina:

Sta imperversando per la rete una storia riguardo alcuni file audio che, tramite l’effetto dei battimenti, indurrebbero nel cervello delle vibrazioni a bassa frequenza con effetti psicotropi.

Così di primo acchito non sono scettico: la tecnica è fisicamente plausibile, gli effetti psicotropi non li escludo, dato che la musica è nata proprio per motivi simili, e non sono affatto sorpreso di vedere che a qualcuno è venuto in mente di guadagnarci qualcosa.

L’approccio dei media italiani, ovviamente, ha per l’ennesima volta dimostrato l’ignoranza di chi in teoria ci dovrebbe “informare”, cavalcando la (poco felice) scelta della compagnia di chiamare i files “dosi” e riferirsi ad essi come se fossero droghe “reali” e parlando di eventuali interventi delle forze dell’ordine per “estirpare” questa nuova e pericolosa droga (di cui non si conoscono gli effetti e dalla natura tra l’altro completamente legale).

Ora, basta farsi un giro su internet per capire che la maggior parte dell’effetto di queste potentissime droghe proviene sostanzialmente dallo stato di rilassatezza richiesto dalla “somministrazione”, nonchè da una buona dose di autosuggestione… che pericoli vuoi che produca una pennichella del genere? Nulla da fare, secondo il TgCom addirittura:

“L’I-Doser all’inizio viene regalato come una dose tradizionale, scaricare i file è quindi gratuito. Dopo, per procurarsela bisogna pagare dai 5 ai 10 euro”, dice il colonnello Rapetto. “E su questo si può immaginare anche una speculazione del crimine organizzato, sebbene ci sia una fondamentale differenza rispetto alle droghe tradizionali: le dosi virtuali sono utilizzabili più volte”.

…già mi aspetto delle cosche di nudisti new-age che spacciano mp3 agli angoli delle strade! 😀

In attesa che questa nuova “droga” venga usata come ulteriore scusa per censurare la rete, approfitto della libertà attuale per farmi un po’ di questo zampirone che è allucinogeno per davvero, provare per credere!

Quasi due anni fa ho scritto un articoletto, un promemoria, per ricordarmi come fare a convertire file musicali da MPC ad MP3 (eh sì, finchè non trovo un’autoradio che legga gli OGG sono costretto ad usare gli MP3).
Siccome tale articolo ancora oggi è tra i più visitati del mio blog, ho pensato che fosse giusto scrivere un piccolo aggiornamento, indicando un comodo software che ho da poco scoperto e che rende il compito molto più facile, soprattutto a chi ha paura del terminale 😀

Il software in questione è SoundConverter, un’applicazione in GTK+ che può convertire tutto quello che GStreamer è in grado di leggere in OGG, MP3, FLAC e WAV. Ed è anche veloce!

Per adesso l’ho provato solo per convertire da M4A ad MP3, ed ha mantenuto integri anche i metadati.
Molto carino il messaggio nel dialogo di configurazione che avverte che per codificare in MP3 è necessario installare un codec aggiuntivo, e rinvia ad una pagina con le istruzioni specifiche per le distribuzioni più diffuse.

L’installazione dell’applicazione su Ubuntu può essere facile o difficile;
per la via facile, basta questo comando nel terminale:

sudo apt-get install audioconvert
sudo apt-get install soundconverter

per la via difficile: usare Synaptic o qualche altro package manager, cercare soundconverter, selezionarlo per l’installazione, applicare le modifiche, autorizzare gli eventuali pacchetti aggiuntivi, confermare le scelte… insomma, quella roba là 😉

Sto usando con soddisfazione Pulseaudio al posto di ESD, su suggerimento di Mio Cuggino Lapo, e devo dire che funziona proprio bene, una volta configurato.

L’installazione è abbastanza semplice, anche se c’è bisogno di dare un paio di temibili comandi nel terminale…
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che la preistorica struttura delle case discografiche stesse scricchiolando ce ne eravamo accorti già da un po’, e da un po’ esistono i sistemi alternativi di cui avevo già parlato, come Jamendo o Magnatune.

Quello che mancava era che qualche “grande” della musica si decidesse a fare il grande passo, ma oggi non manca più!

I Radiohead, approfittando della scadenza del loro contratto con la EMI, questa volta hanno deciso di fare tutto da soli, pubblicando le canzoni sul loro sito con un prezzo “a offerta”, deciso dagli utenti stessi, proprio come su Jamendo o Magnatune (con la differenza che la musica probabilmente non sarà “condivisibile”).

Chi preferisce invece avere qualcosa di più “tangibile” può sempre optare per il “discbox” contenente l’album su CD e su vinile, più altra paccottiglia varia ad un prezzo più che classico, 40£ (circa 60¤).

Speriamo che altri seguano l’esempio e che finalmente si riesca a far capire alle case discografiche che il loro sistema non funziona più, e non possono imporlo con la forza!


Lo sviluppo del sistema anticopia AACS, quello che “protegge” i nuovi supporti HD-DVD e Blu-Ray, ha richiesto alcuni anni di studio e alcuni milardi di dollari di investimenti.

È stato craccato nel giro di poche settimane dal debutto sul mercato.

Era già stato violato un mesetto fa da un certo Muslix64, ma il nuovo metodo di questo tale arnezami (derivato comunque da quello di Muslix64) sembra essere molto più elegante e “definitivo”, nel senso che l’unico modo di ripristinare il blocco da parte della MPAA sembrerebbe essere quello di cambiare radicalmente il funzionamento dell’AACS.

Non che a me interessi granchè, continuo a preferire il cinema, ma questo evento porta di nuovo a chiedersi cosa ci sia nelle teste delle major cinematografiche (e musicali, ovviamente…).
Quando si parla di DRM spesso il prodotto pirata è qualitativamente migliore dell’originale, in quanto permette una fuibilità maggiore. Esempi pratici:

  • Compro un film in Blu-Ray o HD-DVD e me lo vado a guardare sul mio nuovo fiammante windoze vista.
  • Il monitor 21″ wide-screen che ho comprato un anno e mezzo fa, nonostante abbia la risoluzione sufficiente, non è HD-ready e non è nella lista dei dispositivi consentiti dalla casa cinematografica
  • Vista se ne accorge e pratica il downscaling del mio film, portandolo alla risoluzione tradizionale

Ho pagato caro un prodotto HD e lo vedo in bassa risoluzione; la copia pirata costa poco e funziona in alta risoluzione…

  • Compro dal sito di iTunes della musica in formato m4a protetto che suona a meraviglia sul mio iPod
  • L’iPod si rompe, nel frattempo la ditta XYZ ha lanciato un modello di lettore molto più bello e a buon mercato, mi piace e lo compro
  • I miei m4a protetti non funzionano sul lettore XYZ, perchè Apple è proprietaria del sistema DRM usato e non lo condivide con altri, quindi con l’iPod ho perso anche la musica che avevo comprato

Gli mp3 pirata funzionano benissimo su entrambi i lettori…

  • Compro musica protetta sul sito di microzozz per il mio lettore Zune
  • microzozz cambia il sistema di DRM perchè l’originale è stato craccato
  • mi si rompe lo Zune, ma la mia musica non suona nemmeno sul modello nuovo dello Zune, dato che il DRM è diverso…

Gli mp3 pirata sono ancora leggibili da qualunque lettore…

Insomma, tutti questi metodi di DRM sebrano punire solo gli onesti, senza apportare benefici a nessuno in particolare se non a chi ci guadagna dei bei soldoni progettandoli (soldoni estratti sempre dalle tasche dei compratori onesti).

Mah, tanto col global warming che incalza, ancora se n’avrà per poco, di questi problemi…

p.s.: gli esempi sono tutti teorici, non possiedo nessuno Zune, iPod, monitor a 22″ ne’ tantomeno windoze vista!