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Ieri ero a Castiglione della Pescaia a far visita ai nipotini in vacanza, e visto che le previsioni mettevano vento forte, ho pensato bene di dare una rispolverata all’attrezzatura da windsurf.

La località è particolarmente inospitale per questo sport: è praticamente impossibile parcheggiare legalmente ad una distanza accettabile dalla spiaggia per trasportarci la roba, e di tutti i Km di spiaggia disponibili, l’unico corridoio di uscita è davanti alla scuola di vela, in ogni altro posto si rischiano i fischi dei bagnini anche trainando l’attrezzatura a nuoto.

Nonostante ciò, sono riuscito a rimettere in acqua la Mistral Razor da 89 litri e la vela Ezzy da 4.7 m²; all’inizio ero un po’ “leggero”, il poco vento rafficato faceva a malapena planare chi era fuori con una 6.2, ma dopo un po’ le condizioni sono rinforzate e sono riuscito a fare delle belle planate.
Di manovre neanche l’ombra, ma dopo quasi tre anni di inattività sono rimasto comunque molto soddisfatto dalla mia prestazione, credevo peggio! 🙂

Questo fine settimana è stato abbastanza intenso, direi…

Venerdì siamo andati a fare un voletto in Pizzorne, al termine del quale purtroppo, per un errore di valutazione, Daniele è arrivato corto per l’atterraggio, ha tentato di atterrare sulla strada ma ha agganciato un albero con i cordini di sinistra, ha fatto compasso e si è piantato in terra ai piedi dell’albero.
Per fortuna non ha riportato danni gravi, se l’è cavata con un occhio nero, un po’ di mal di schiena ed un sette sulla vela; poteva andare meglio, ma poteva andare anche molto peggio.

Al pronto soccorso di Lucca, dove l’abbiamo portato per controllare che non ci fossero danni nascosti, l’hanno voluto tenere in osservazione fino alle 8, quindi per ammazzare il tempo io e Giovanni siamo andati a fare una planata a Diecimo (ovviamente dopo aver saputo dagli esami che non c’erano danni… cinici va bene, ma mica così tanto!)

A Diecimo, dove le condizioni erano giuste proprio per una planata, ho approfittato per provare lo stallo di B, manovra di discesa consigliatami vivamente da Endrio al posto della vite, per salvaguardare l’integrità della vela.
È una manovra psicologicamente massacrante, dato che si tratta di far smettere di volare l’ala e precipitare in stallo paracadutale, salvo poi farla riaprire e tronare a volare normalmente.
Con una vela basica come la mia è una manovra relativamente sicura, se non ci si fa prendere dal panico e non si smanetta coi comandi non si rischia niente, e comunque è una manovra molto più dolce e tranquilla di quello che mi aspettassi. Certo, probabilmente se la si fa per uscire da un cumulo probabilmente è più ballerina…
Un grazie anche a Carlo e Giovanni per le dritte sulla manovra e per il recupero.

Disclaimer: Endrio, Giovanni e Carlo si sono limitati a darmi, su mia richiesta, delle indicazioni tecniche su come effettuare lo stallo di B; l’iniziativa di provarlo a Diecimo senza l’acqua sotto è stata unicamente mia, come mia è stata la totale assunzione dei rischi correlati.
Prima di provare per la prima volta una manovra potenzialmente pericolosa, è sempre bene documentarsi se la propria ala sia in grado di sostenerla ed in ogni caso è sempre meglio farla sopra uno specchio d’acqua, seguiti via radio da un istruttore qualificato e possibilmente durante un corso SIV.

In pratica, non fate come me! 🙂

Il Sabato l’ho dedicato a portare al mare la fidanzata, dove però ho avuto occasione di rimettere i piedi su una tavola da windsurf.
C’era infatti una ragazzina che stava facendo i suoi primi tentativi con un’attrezzatura non certo adatta ad un principiante: una tavola da meno di 90l, senza deriva e sdrucciolevole per l’età, ed una vela un po’ troppo cazzata e col boma di una spanna troppo in alto…
Dopo averle sistemato il boma e dato due dritte su come tenere il peso, mi ha chiesto se volevo fare un giro io, cosa che ovviamente ho accettato di fare anche se il vento era scarsissimo e rafficato.
Dopo quasi due anni di inattività, sono saltato su una tavola sconosciuta facendo partenza in acqua, un accenno di planata, virata e rientro in maniera quasi elegante! Non male, bravo me! 😀

Domenica sono andato con Nico e Riccardo a provare il volo dei Faggi di Javello, sopra Prato, a due passi da casa ma irraggiungibile a causa della strada molto malmessa.
È stata poco più che una planata, ma è bastata per intuire le potenzialità del posto, se capiterà di poterci tornare sicuramente non mancherò.

Per concludere in bellezza, caricandomi in spalla la sacca del parapendio ho resuscitato un vecchio dolore alla schiena, probabile eredità di una caduta in snowboard, ed ora mi muovo come un burattino…

Quest’anno la Sardegna si è rivelata una vera e propria delusione, e non solo perchè ha votato Berlusconi.

Siamo partiti, io ed il Lucano, per la consueta Settimana di Windsurf™, questa volta non con il Furbone ma con la Lucanomobile, soggiornando in campeggio in tucùl, che alla fine è proprio dove lo abbiamo preso, se mi si passa il francesismo.

Mai vista una settimana con previsioni del vento così scarse e poco promettenti, concomitante tra l’altro a snervanti rovesci di pioggia, temporaleschi e non! 😦

Fatto sta che invece di rientrare Sabato, siamo rientrati subito (eh, m’è presa così), con le pive nel sacco, già Mercoledì. Non abbiamo neanche tolto le tavole da sopra la macchina!
Che annataccia, che è questo 2009.

Dopo le vicissitudini di qualche mese fa non ero ancora riuscito a tornare sul windsurf, non tanto per colpa dell’incrinatura della costola quanto per la carenza di vento di quest’estate.

Ieri finalmente ho potuto approfittare di una ponentata “a mezze maniche”: fuori con la Razor 89 l e la Ezzy da 5.2 m² (il Lucano con 100 l e 5.4 m²), all’inizio eravamo soprainvelati e scoppiavamo di brutto, dopo qualche bordo è calato il vento e si andava bene, dopo ancora un’ora e mezza stava bene chi aveva vele sopra i 6.5.
Sicuramente ci siamo divertiti di più di qualcuno che ha cambiato cinque vele e quattro tavole ed è stato in acqua solo cinque minuti… 😀

Niente di entusiasmante come giornata, quindi, ma tutto sommato, per essere un rientro dopo tutto questo tempo, mi ritengo abbastanza soddisfatto.

Avete presente quando è l’ora di fare festa, il corpo manda chiari segnali di stanchezza, la performance degrada… insomma, quando è il momento di uscire dall’acqua e riporre l’attrezzatura.

A questo sommate che il Ponente che tirava oggi a Vada aveva deciso di rinforzare oltremodo proprio in concomitanza col momento di cui sopra, raggiungendo raffiche che a occhio e croce potevano sfiorare tranquillamente i 40 nodi…

… e ora spiegatemi perche cazzo ho voluto per forza fare quell’ultimo bordo, e soprattutto cosa mi ha spinto, in quelle condizioni, a passare vicino alle barche ormeggiate.

Praticamente l’ultimo ricordo di prima dell’impatto è un motore fuoribordo nero alato, poi nonostante si narri che sia uscito dall’acqua con le mie gambe, e che abbia anche ripiegato  e riposto la vela, mi ricordo solo alcuni vaghi sprazzi in cui chiedo a qualcuno di portarmi a riva l’attrezzatura mentre mi siedo in terra, mi tolgo la muta, salgo sul furgone (che guiderà il Lucano, per fortuna).

I ricordi lucidi ricominciano all’incirca dopo aver mangiato un panino sulla via del ritorno, probabilmente interpretato dal corpo come segnale di cessato allarme.

Il risultato è una grossa tumefazione sulla scapola destra e una frattura all’ottava costola.

Non avevo mai sperimentato prima uno stato di choc, ma a quanto pare sembra che il mio pilota automatico abbia reagito bene 🙂

Oggi per me ed il Lucano è ricominciata la stagione del windsurf, con uno Scirocco da una ventina scarsa di nodi.
Inizialmente il vento era abbastanza sostenuto quindi siamo entrati in acqua con vele da 5.2 m² e tavole da circa 100l (il mitico Bomber!).
Dopo un paio di bordi però, non si planava più ed io, pur di non tornare a casa col rimorso, ho smontato la 5.2 ed armato la 6.3, con la quale ho continuato a planare per più di un’ora.

Per essere la prima uscita da un bel pezzo a questa parte, non mi posso lamentare, ma ho sentito chiaramente che si è accumulata un bel po’ di ruggine, e ci sarà da lavorare per toglierla.

Oggi a vada io ed il Lucano eravamo senza dubbio i migliori in acqua. Soprattutto considerato il fatto che non c’era nessun altro…

Bella giornata di Ponente, fuori con 89l e 5.2m², che ad un certo punto erano un po’ troppi, onde belle distese e distanziate tra le quali sono anche riuscito ad infilare una strambata quasi decente, alla facciaccia degli alieni, che invece non esitono! (prima o poi mi tocchrà spiegarla, questa relazione tra strambata ed alieni…)

Col Grecale, in mancanza di meglio, abbiamo fatto un salto a Bilancino; la tavola ovviamente era il fedele Bomber, ma per la vela mi sono affidato ad un prestito di un collega, che mi ha dato una 7.2 ed una 7.7 della YES.

Subito si è cominciato male, dato che ci siamo scordati l’albero di 4.90m per armare la 7.7; va bè, si monta la 7.7 che va col 4.60. Cazzo il caricabasso, cazzo, cazzo e TRAC! Cazzo! si spezza l’albero in due! Viene fuori che c’era una riparazione (probabimente fatta male) proprio sul punto di innesto delle due metà. E via l’albero.

Alla fine riesco a montare la 7.2 con un altro albero da 4.30 ed entro in acqua, ma come al solito Bilancino non si smentisce e ci fa fare solo quattro bordi in planata, il resto tutto a “sugherino”…
Bè, sempre meglio che un cazzotto nei denti…

Che c’entrano gli alieni? Boh, se non c’entrano loro, allora probabilmente sono stato davvero in Sardegna

un sacco di cose fatte in questo fine settimana: venerdì pomeriggio, dopo aver stuccato e riverniciato alcune parti del tetto a soffietto che un giorno andrà sul Furbone, ho portato la Cri a fare un giro in canoa su Bilancino, sotto l’incombente minaccia di un brutto temporale. Tempo ideale, direi… infatti dopo venti minuti il noleggiatore della canoa ci ha richiamato indietro perchè c’era troppo vento (secondo lui). Almeno non ci ha fatto pagare la canoa.

Sabato mattina ho fatto una prova di Tai Chi (o Taiji, o tai qi o come cavolo vi pare, ci sono discordanze anche sulla pronuncia: taicì o taikì?). Disciplina sicuramente affascinante e molto più faticosa di quanto possa sembrare ad un primo sguardo, molto probabilmente approfondirò.

Nel pomeriggio sono andato a Vada a fare un po’ di meritato windsurf. Poco vento e rafficato all’inizio, ed è stato quello che mi ha fregato: appena si è schiarito il cielo ed il vento si è steso bene di Libeccio, verso le quattro e mezzo, avevo quasi finito le banane.
Uscita comunque proficua, sono finalmente riuscito a provare per bene la Razor da 89 litri (ed a crepargli già la prua, mannaggia la stanchezza…) ed a fare un paio di salti quasi interamente volontari!

Sulla spiaggia sono stato raggiunto dal simpaticissimo Matteo mouser Cappadonna, in vacanza per qualche giorno dalle parti di Rosignano, che inizialmente aveva scambiato il Lucano per me per via del piedone di Gnome disegnato sulla tavola…

Con mouser, Valentina (la sua ragazza) e la Cri (la mia) abbiamo avuto poi il piacere di passare una simpatica serata a Firenze, nonostante la pioggia e gli scarsi risultati nella ricerca di un ristorante($buono && $economico). Non ce ne sono quasi più, sono tutti “||”…

Purtroppo la mia fedelissima Fuji Finepix A303, dopo tanti anni di onorato servizio, mi ha abbandonato adducendo un terribile “focus error!” proprio mentre cercavo di fare una foto celebrativa con mouser; tutto quello che sono riuscito a fotografare è stato l’ammasso sfocato qui sopra… 😦

Ne abbiamo fatta una migliore col telefonino di mouser, quindi adesso avrà un motivo per postare sul suo blog anche fuori dal ciclo di rilasci di Gnome 😀

Il vento a Vada sta diventando sempre più booleano, o non ce n’è per niente o ce n’è un’esagerazione!

Oggi alle tre tanta gente è entrata in acqua con vele grosse, sopra i sei metri, dato che il vento scarseggiava ed in più c’era un brutto temporale nero fermo proprio lì davanti, a fare da tappo.
Dopo un po’ è cominciato a piovere ed a fare fulmini, ed in un batter d’occhio erano tutti fuori!
Qui sono entrato in gioco io che, in piena controtendenza rispetto al solito, sono entrato in acqua con la vela e la tavola più piccole del momento, una 5.2 ed il mio nuovo Mistral Razor da 89 litri.

Dopo una mezz’oretta di rafficacce stanche, il vento si è messo di Ponente ed ha cominciato ad essere un po’ teso, confermando la mia tesi della vela piccola, ed ho avuto la soddisfazione di completare il primo bordo in planata col razor, nientemeno che con una strambata! Va bè, l’80% di una strambata, via… 😛

Dopo una manciata di bordi planati con soddisfazione, mentre ero bene al largo, ecco che il vento monta incredibilmente, ed io mi trovo (come al solito) sovravelato di brutto e non riesco nemmeno più a partire dall’acqua.

Catapulta dopo catapulta, dopo aver cazzato al massimo la bugna, riguadagno la riva accorgendomi che ero rimasto l’unico in acqua, gli altri erano tutti fuori ad armare vele più piccole.
Manrico ha armato una 3.9 bellissima! 😀

Alle sei, quando sono andato via, il vento era stato misurato fino ad oltre 40 nodi! Dico io, non sarebbero state meglio due giornate da 20?

Impressione positiva comunque per la tavoletta ex-Pedrani, devo prenderci la mano, spesso me la faccio scappare in spin-out, ma la sento già mia.